
Un vapoforno, due famose pasticcerie, alcuni empori cinesi, un barbiere, una frutteria ed un negozio della catena Euronics; questa è la lista, non completa, delle attività commerciali che sono state prese di mira dalla cosiddetta “banda delle serrande”, che è in attività, da qualche settimana, in alcuni quartieri della zona nord-est di Roma. Sicuramente vi starete chiedendo cosa c’entrano una serie di furti ordinari con gli argomenti espressi solitamente dalle colonne di questo blog; ebbene il nesso è molto più profondo di quello che può sembrare, basta andare a vedere cosa ha messo nel mirino la suddetta banda: i contanti. Non ci si occupa dei beni, gastronomici o tecnologici, presenti nel negozio, ma si cerca il contante che, nella stragrande maggioranza dei casi, viene lasciato all’interno dell’attività commerciale. Molti esercenti preferiscono lasciare una parte dell’incasso in contanti all’interno del negozio, a valle della chiusura serale, magari depositandolo all’interno di casseforti con apertura a tempo o nascosto in posti che si pensano sicuri. Approfittando del coprifuoco e, di conseguenza, della pochissima gente in giro, la banda agisce velocemente, indisturbata e, praticamente, a colpo sicuro. Ecco, anziché cercare di promuovere l’utilizzo del denaro elettronico utilizzando, come fanno la stragrande maggioranza dei mezzi di comunicazione, sempre gli stessi argomenti (tracciabilità, emersione del nero, antiriciclaggio, ecc…), occorrerebbe parlare di più di mitigazione del rischio rapine (sia per la perdita del valore che per i danni derivanti da una possibile aggressione fisica) che sono una parte consistente del cosiddetto “costo del denaro” che, come sappiamo, cuba qualche punto del PIL del nostro paese; se i negozi cominciassero a non accettare più contanti, come fanno in alcuni paesi del nord Europa, organizzazioni come la banda in questione rimarrebbero disoccupate (probabilmente cercheranno nuovi business criminali, ma questo a noi poco importa) ed i negozianti sarebbero sicuramente più tutelati e, per quelli con un giro di affari maggiore, ci sarebbe anche la possibilità di rinegoziare i costi derivanti dall’acquisizione di pagamenti elettronici. Tanti vantaggi, nessuna controindicazione. Go cashless, go !
Attraverso un comunicato stampa emesso qualche giorno fa, Mercedes ha presentato il servizio Fuel&Pay attraverso il quale, i proprietari tedeschi di una vettura della casa di Stoccarda, potranno fruire di un servizio di rifornimento carburante alla pompa più semplice e veloce, effettuando il pagamento all’interno del veicolo. Il servizio sarà gestito dalla app Mercedes Me o tramite il sistema di infotainment MBUX. Il cliente selezionerà una stazione di servizio compatibile e, una volta arrivato sul posto, sceglierà da quale pompa effettuare il rifornimento; il sistema calcolerà, in base ai parametri della vettura, quale sarà la quantità massima di carburante che si potrà rifornire e farà partire l’autorizzazione per la prenotazione dell’importo relativo sul mezzo di pagamento scelto. L’importo effettivo verrà addebitato direttamente e ne verrà data immediata informativa all’interno della app Mercedes Me o nel sistema MBUX. Mercedes ha anche annunciato che, nel corso del 2021, verrà avviato un piano per portare questa soluzione all’esterno della Germania: saranno inizialmente coinvolti Austria, Belgio, Svizzera e Paesi Bassi. La soluzione di Mercedes non è la prima ad affacciarsi sul mercato e questo fa ben sperare sulla diffusione di certe soluzioni che, presto, dovrebbero interessare sempre di più anche il mondo delle ricariche elettriche.
Un recente studio di Adecco sulle figure professionali in ambito fintech, citato recente in un articolo su EconomyUp, sottolinea come le ricerche di personale in questo settore facciano riferimento ad hard skills quali competenze di prodotto, di business e di design, ma ciò che viene sempre più ricercato sono le soft skills quali l’innovazione, il pensiero creativo, la capacità di collaborazione, la proattività, l’apertura al cambiamento. Quanto detto mi fornisce l’occasione per ricollegarmi ad un mio articolo di qualche tempo fa (che trovate qui ), dove parlavo della gestione dei talenti, portando l’esempio del grande campione di calcio George Best. Se mai un giorno qualcuno mi dovesse chiedere un consiglio su quale figure assumere, gli risponderei: abbi coraggio e non farti attrarre solo dal curriculum o da quanti speech questa persona ha fatto ma cerca il talento, l’innovazione, il cambiamento, la visione, la creatività, l’invenzione, l’imprevedibilità… avrai forse qualche problema in più nella gestione di queste persone ma ciò che ti tornerà indietro sarà immenso e, come dice un vecchio adagio legato appunto alla leggenda di George Best : “Jesus saves, but Best scores on a rebound.“
A prestissimo e… mai paura !