
Nelle settimane passate ho fatto più volte riferimento, sia qui che su EconomyUp (https://www.economyup.it/fintech/pagamenti-digitali-poca-innovazione-ancora-e-molto-da-fare/), all’innovazione “di facciata” delle varie challenger banks che si sono presentate sinora sul mercato. E’ innegabile che questi soggetti stiano avendo successo ed abbiano portato a casa notevoli profitti ma non stanno realmente spostando massa critica dalle banche tradizionali e, soprattutto, non offrono servizi così innovativi, o meglio, offrono gli stessi servizi di una banca tradizionale ma in maniera più “fresca”. Il mio pensiero è sostanzialmente questo, anche se non ho letto né sentito giudizi simili da altri giornalisti od esperti di settore, almeno non sino a qualche giorno fa, quando, il guru dei servizi finanziari Chris Skinner, dalle colonne del suo blog, ha esposto la mia stessa teoria (https://thefinanser.com/2020/08/are-challenger-banks-doing-anything-different.html/) : nelle proposta delle challenger banks non c’è innovazione di servizi, strutture ed offerte; non c’è traccia di ciò che dovrebbe cambiare realmente le regole del gioco. Forse, come sottolinea giustamente Skinner, l’unico player che sta realmente cercando di portare qualcosa di diverso si trova in Brasile ed è Nubank; per il resto, aldilà di offrire servizi in digitale, ornarli di campanelli e fischietti e fornire carte colorate ed app fantastiche (sono sempre parole di Skinner), non c’è altro. Oh, ecco, adesso mi sento soddisfatto nonché in ottima compagnia !
Il lockdown non ci avrà reso migliori (almeno questa è l’impressione se guardiamo la cronaca quotidiana) ma di sicuro ha cambiato alcune nostre abitudini e, in particolare, ci ha reso divoratori di contenuti: film, notizie, musica, acquisti, giochi sono stati oggetto di un acquisto a tratti compulsivo, e hanno spinto molti di noi a sottoscrivere vari abbonamenti. Che sia veramente l’ecommerce in abbonamento uno dei prossimi purosangue da cavalcare ? In una recente intervista su Payments.Com il CEO di Sticky.io, Brian Bogosian, ritiene di si e supporta la sua tesi facendo riferimento alle mosse di Apple che sta per offrire ai propri clienti un abbonamento bundle che comprende AppleTV ed AppleMusic; questo rappresenterebbe sicuramente un vantaggio per i clienti, che potrebbero usufruire di due piattaforme ad un prezzo scontato e ad Apple che continuerebbe a vendere abbonamenti mantenendo dignitosamente a galla entrambi i servizi. Secondo me assisteremo, a breve, ad un incremento di questo tipo di offerte e le vedremo sempre più integrate con le varie carte di pagamento offerte sia dai diretti interessati (AppleCard ad esempio ma anche Amazon Prime) sia dalle challenger banks che, per sopravvivere, oltre ai round di finanziamenti dovranno inventarsi sicuramente nuovi servizi da proporre ai loro clienti. Come afferma lo stesso Bogosian, a breve passeremo dal detto “Cash is King” al “Content is King”. Ne vedremo delle belle c’è da scommetterci !
Continuano i rumors su Google Bank e sui servizi che potrebbe offrire ai propri clienti ma di certezze ce ne sono ancora poche; quelle che appare più probabile è che Big G dovrebbe portate un forte sconvolgimento integrando l’offerta bancaria nelle ricerche effettuate con il browser, negli acquisti, nei pagamenti ed in qualsiasi cosa possiamo fare online. Da alcuni dati emersi ultimamente, però, sembra che l’accoglienza per certi di tipi di offerta sia quantomeno tiepida, forse per un timore neanche troppo taciuto verso il rispetto della privacy che potrebbe essere messa particolarmente a rischio con l’uso spinto dell’intelligenza artificiale applicata ai dati di navigazione. Per ora, un sondaggio svolto da CornerStone, ha sancito che circa il 27% degli attuali clienti delle challenger banks cambierebbe banca per approdare ai servizi offerti da Google e la percentuale è più o meno la stessa se si prendono in esame gli attuali clienti delle banche tradizionali. Si tratta ovviamente di un sondaggio fatto a scatola chiusa e che può lasciare il tempo che trova ma credo che sia comunque indicativo per descrivere il sentiment dei clienti bancari: propensione al cambiamento si ma con molta diffidenza. Ritengo comunque che una migliore analisi potrà essere fatta solo quando ne sapremo di più circa l’offerta di Google Bank, ma la data di debutto continua a slittare, da fine 2020 si parla ora di seconda metà 2021, e questo non depone certo a favore di BigG. Non ci resta che attendere.
A prestissimo e … mai paura !
