
L’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), nell’ambito del progetto PISA (Programme for International Student Assessment) ha così definito la conoscenza finanziaria : conoscenza di base essenziale nel ventunesimo secolo per partecipare alla società, importante come saper leggere, conoscere la matematica e le scienze. Tanti paesi, soprattutto quelli di area anglosassone (UK, Nuova Zelanda, Australia), hanno da tempo inserito l’educazione finanziaria nei loro programmi scolastici; il Portogallo l’ha recentemente resa obbligatoria e la Finlandia si propone di diventare la nazione con la miglior conoscenza finanziaria diffusa entro il 2030. La stessa OCSE, recentemente, ha emesso una raccomandazione che esorta tutte le nazioni facenti parte dell’organizzazione stessa ad attivare programmi per aumentare il livello di conoscenze finanziarie, sia tra gli studenti che tra gli adulti; la Commissione Europea ha riconosciuto la conoscenza finanziaria come elemento fondamentale per lo sviluppo del risparmio e degli investimenti a lungo termine. In Italia, dopo l’inserimento dell’obbligatorietà dell’educazione civica, si potrebbe cogliere l’occasione e cominciare a lavorare nel solco della raccomandazione OCSE (della quale l’Italia risulta essere tra i firmatari). Ah se solo si dedicassero a questo progetto soltanto la metà delle risorse che sono state investite nel cash back di stato e nella lotteria degli scontrini !
E’ della scorsa settimana la notizia di una nuova alleanza nel mondo del Fintech italiano : la challenger bank Hype ha sottoscritto una partnership con Switcho (startup italiana che aiuta i clienti a scegliere il miglior fornitore per le proprie utenze domestiche). Circa 1,4 milioni di Hype potranno fruire del servizio di Switcho che, grazie ad un algoritmo proprietario aiuta il cliente a trovare la migliore offerta in base al proprio profilo e, come importantissimo valore aggiunto, si prende carico anche di tutta la burocrazia connessa; a conferma della bontà del servizio offerto da Switcho, e della bontà dell’intuizione di Hype, ci sono gli oltre 2 milioni di clienti che, nell’ultimo anno e mezzo, hanno operato un cambio di fornitura grazie alla startup milanese. La mossa di Hype mi è particolarmente piaciuta poiché sono da sempre convinto che banche, tradizionali e challenger, devono dare sempre più servizi non finanziari ma che possano assistere i clienti nei bisogni di tutti i giorni. Bravi tutti e avanti così !
Lo scorso anno, a ridosso dell’entrata in vigore della Brexit, moltissimi analisti avevano teorizzato uno spostamento, verso altri lidi, dell’universo Fintech che, fino ad allora, aveva il proprio fulcro in UK. Si pensava che il nuovo polo di attrazione potesse essere in Francia o in Germania, ma le previsioni sono state smentite categoricamente: le fintech britanniche continuano a raccogliere fondi dagli investitori e mantengono il Regno Unito in posizione di vantaggio rispetto alla Cina ed a tutte le altre realtà europee. La Brexit, paradossalmente almeno secondo quanto si prevedeva, ha fornito all’authority di vigilanza (FCA – Financial Conduct Authority) una maggiore autonomia e quindi maggiori stimoli di crescita al settore. Solo per citare alcuni esempi : Checkout Ltd ha raccolto circa 450 milioni di dollari, Revolut e Monzo circa 4,3 miliardi di dollari, per non parlare del luminoso cammino di Starling Bank. Insomma, come ci dimostra la storia recente e, soprattutto, quella passata con le battaglie di Trafalgar e Waterloo, ce ne vorrà di tempo prima che qualche novello “generale” possa battere i discendenti di Nelson e Wellington.
A prestissimo e… mai paura !