
Ebbene si, lo confesso, sono, e lo sono stato da sempre, un amante del cibo, del buon cibo; da qualche anno poi, portato sulla strada della perdizione da una coppia di amici, avendo conseguito il diploma di sommelier mi è toccato espandere le mie passioni anche al mondo del vino. E’ per questo che, abbinando le mie passioni enogastronomiche a quelle più strettamente afferenti la sfera lavorativa, seguo sempre con molto interesse le evoluzioni del digitale nel settore food: il foodtech. Un interessante articolo pubblicato da Food Makers (dell’amico Antonio Savarese), che trovate qui, fa un bilancio del settore per il 2020 e ne traccia le prospettive per il 2021. Anche per il FoodTech si viaggia verso un’esperienza omnicanale e, come già più volte affermato dalle colonne di questo blog, vedo sempre più vicina un’integrazione tra FoodTech e Fintech, sulla scia di qualcosa tipo TheForkPay ma decisamente più evoluto e completo; all’estero ci hanno già pensato e, ritengo, che i tempi siano maturi anche da noi. Se è vero, come afferma nell’articolo Francesco Marino di Cosmico, che l’avvento del digitale nel food non solo ha salvato posti di lavoro ma ne ha fatto crescere il numero, allora sotto con il FFTech (FoodFinTech) !
In questi giorni si è fatto un gran parlare degli Emirati Arabi, di conferenze e rinascimento, ma la notizia che vorrei riportarvi, fortunatamente, non ha nulla a che fare con la politica: YAP ha lanciato la prima piattaforma bancaria digitale indipendente negli Emirati Arabi Uniti. Si tratta sicuramente di un evento storico e le circa 20.000 prenotazioni della app, fatte a scatola chiusa, ben definiscono anche il clima di attesa che si è creato attorno a questa novità. La soluzione per gli EAU è molto simile a quelle che già conosciamo : conto bancario, carta di debito Mastercard, strumenti di analisi spese e budget, trasferimenti P2P e notifiche dei movimenti in tempo reale. Per noi nulla di nuovo ma per quelle latitudini potrebbe essere l’inizio di una nuova era; non ci resta che attendere per vedere “l’effetto che fa” e se sarà o meno un Rinascimento.
Il tema della cannabis legale fa discutere ormai da tempo ma, in altri paesi è già una realtà ed il settore, così come il FoodTech, di cui vi parlavo all’inizio, sta diventando interessante anche per il mondo Fintech. E’ notizia di questi giorni che, in USA, Aeropay, fintech con base a Chicago che gestisce i trasferimenti di denaro per le aziende che commerciano legalmente cannabis, ha chiuso un round di finanziamenti per 5 milioni di dollari. Aeropay si era inizialmente focalizzata sui servizi alle SME, consentendo ai consumatori di pagare i fornitori direttamente dai loro conti correnti bypassando così le carte di credito e di debito; dalla scorsa estate ha ampliato il proprio raggio di azione cominciando ad offrire servizi simili per le aziende che commerciano in cannabis legale, affermando che tale industria è stata fino ad oggi molto trascurata dal settore bancario. Se pensiamo che in Illinois, lo scorso anno, le vendite legali hanno superato il valore del miliardo di dollari e che si prevede che l’intero settore in USA, entro il 2024, varrà qualcosa come 130 miliardi di dollari, direi che la decisione di Aeropay è stata molto saggia. Chissà quando in Italia si potranno fare discorsi simili…
A prestissimo e… mai paura !