Nessuno è profeta in patria ed il coraggio delle idee passando per Belfast

Primavera 1976, incontro di qualificazione ai Campionati del Mondo di calcio, partita Irlanda del Nord – Olanda; dopo i primi minuti, nei quali la squadra olandese, guidata da Cruyff, Neeskens e Rep, sciorina calcio come suo solito, la squadra nord irlandese, grazie ad una lunga manovra, si ritrova al limite dell’area orange e la palla giunge ad un tipo con i capelli lunghi, la barba incolta e la maglia numero 7 sulle spalle. Il pubblico sugli spalti trattiene il fiato ma il numero 7, anziché puntare la porta, gira su stesso e si dirige verso il cerchio di centrocampo, salta, come fossero birilli, tre avversari e si ritrova di fronte a Cruyff; una finta di corpo ed il pallone passa tra le gambe dell’incredulo campionissimo olandese. Il giocatore con la barba incolta ed i capelli lunghi rientra in possesso del pallone e lo scaraventa in tribuna con una forza immensa, si gira verso Cruyff e gli dice: “Tu sei il più forte, ma solo perché non ho tempo”. Questo era George Best da Belfast, icona del calcio mondiale, vincitore di una Coppa dei Campioni e del Pallone d’Oro nel 1968. Se mai un giorno vi capitasse di visitare Belfast (e ve lo consiglio vivamente), dopo essere atterrati al George Best Airport, non lasciatevi sfuggire un tour dei murales che occupano tantissime facciate dei palazzi, molti dei quali sono ispirati alla figura di questo grandissimo campione. Ancora adolescente, George Best, fu “costretto” ad emigrare nella vicina Inghilterra al fine di affermarsi nell’Olimpo del calcio, sorte che tocca a tanti talenti, non solo del calcio ma anche del mondo del lavoro, che sono spesso costretti a cambiare azienda per trovarne una che riconosca il suo valore e che sappia farlo crescere ogni giorni di più; fu un classico esempio di talento indisciplinato, incarnando perfettamente un mix di genio e sregolatezza che lo porterà ad una morte prematura a soli 59 anni. Best era il giocatore che in campo faceva la differenza, in positivo ed in negativo, e che, spesso, era in grado di svolgere la matassa di partite complicate, come ad esempio la finale di Coppa dei Campioni 1968: i tempi regolamentari terminarono 1-1, ma un fantastico gol di George, al terzo minuto del primo tempo supplementare, spianò la strada al Manchester United che trionfò con il risultato finale di 4-1 sul Benfica. In questi giorni, complice anche la recente scomparsa di Maradona, si sono aperte una serie di discussioni in vari settori, tra cui quello lavorativo e della gestione delle risorse : è meglio puntare su una risorsa di medio potenziale e che svolga il proprio compito su binari tranquilli e predefiniti o dotarsi di un campione, tutto genio e sregolatezza, senza regole né schemi ? Non c’è dubbio che il candidato ideale debba possedere un mix delle qualità descritte nei due esempi, in quanto, se è vero che servono innovazione, estro e visione, è altrettanto vero che serve anche “mettere a terra” la creatività per trarne il giusto valore. Io ritengo però, soprattutto nel settore del Fintech e soprattutto in questo periodo, incerto e ad altissima competizione, che servano più George Best e sarebbe opportuno che chi li ha in squadra li facesse giocare, divertire, perché se è vero che possono preferire un tunnel a Cruyff ad un gol facile, è anche vero che sono quelli che possono portarti a vincere le competizioni più difficili ed importanti.
Mentre scrivo di Best mi viene in mente una bellissima canzone di Renato Zero, un altro talento senza regole né schemi, “Il coraggio delle idee”, dalla quale mi piace sottolineare questo estratto: “non ho mai posto limiti alla provvidenza, io no, anche se da certi uomini sorprese io non mi aspetterò, ma qualcuno dovrà crederci e sfidare la realtà, scegliere come vivere, imparare come si fa; e non è necessario perdersi in astruse strategie, tu lo sai, può ancora vincere chi ha il coraggio delle idee..”
Abbiate sempre il coraggio di difendere le vostre idee, il vostro talento, le vostre capacità e “giocate” come sapete, sempre !

A prestissimo e … mai paura !

“Jesus saves, but Best scores on a rebound.” (cit.)

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