
La nostra storiella, che non è una barzelletta, comincia da Credit Suisse; la banca svizzera ha annunciato che, nel corso del prossimo mese di novembre, lancerà sul mercato il suo prodotto digitale CSX. La app farà da contenitore per un conto bancario cui sarà collegata una Mastercard Debit. I servizi verranno declinati secondo tre “status”: White, Black, Young. Niente di nuovo per quanto riguarda i primi due, mentre, per quanto riguarda il terzo, dedicato, come fa intendere il nome, alla clientela più giovane, l’offerta dovrebbe essere arricchita da prodotti dell’area entertainment e video streaming (è questa la vera e, sembrerebbe, unica grande novità rispetto ai competitors). Credit Suisse metterà particolare enfasi sul fatto che ad offrire questo prodotto è una “banca tradizionale” e non una NeoBank, anche se, credo, questo non basterà a convincere una platea che è oggi bombardata da moltissime offerte. Anche se questa iniziativa fa parte di un percorso di innovazione che Credit Suisse ha iniziato da qualche tempo, è anche vero che, almeno a sentire i rumors, ci sarà ancora qualche “frizione” in CSX : non sarà ad esempio possibile, almeno da subito, un onboarding completamente digitale (grave direi) e dovrà essere necessario contattare telefonicamente un operatore per aprire un conto; ce n’è di strada da fare ancora …
Lasciamo Heidi e Peter con le loro caprette e trasferiamoci oltre oceano. Se è vero che soluzioni riguardanti le donations fanno sempre più parte delle nascenti soluzioni fintech, Pushpay, il principale payment provider nel settore americano della fede, si è spinto ancora oltre: qualche giorno fa la stessa Pushpay ha annunciato il lancio di ChurchStaq, una piattaforma che contiene un sistema per la gestione della chiesa e la possibilità di effettuare donazioni in digitale, il tutto per rendere disponibile ai fedeli un’esperienza religiosa totale e stimolarne il senso di appartenenza. Non mancano, inoltre, delle funzioni di video streaming che consentiranno una interazione continua tra la chiesa ed i propri fedeli. Ciò che era nato per praticità adesso si è trasformato in una soddisfazione del bisogno di digitalizzare anche questo tipo di esperienze. Non mancano i feedback positivi: dati alla mano, le chiese che utilizzano PushPay possono contare su donazioni maggiori di quelle che ne sono prive, e parliamo dell’ordine di oltre il 12%. Che la tecnologia sia con voi.
Ritorniamo nel nostro continente per occuparci di una neobank che, fino ad ora almeno, pur navigando fuori dai radar della comunicazione ha lavorato benissimo: OakNorth Bank. L’esperienza dei due fondatori, Rishi Khosla e Joel Perlman, nasce dalla loro necessità di ottenere un prestito per finanziare una nuova società; nessuna delle banche cui si erano rivolti si era dimostrata disponibile a sostenere il loro progetto, nonostante questo avesse tutti i canoni per essere finanziato.A questo punto hanno deciso di cambiare programma: creare un prodotto che consentisse alle banche di concedere prestiti alle PMI in maniera più olistica ed efficiente e, per testarlo, hanno deciso di lanciarlo tramite la loro neobank OakNorth. Vi cito solo alcuni dati : OakNorth ha un tasso di rendimento del 26%, un utile ante imposte del 95% (relativo al 2019), ha prestato oltre 4,5 miliardi di sterline a centinaia di aziende in UK. C’è una caratteristica di OakNorth che mi piace sottolineare: è stata la prima banca a capire i vantaggi della coopetition e del BaaS e questo è un vantaggio non trascurabile. Buon vento !
A prestissimo e … mai paura !
