Startup e pomodori, banking&payments as a service e la neobank dei teenagers

Pachino è un comune di circa 22.000 abitanti in provincia di Siracusa ed è la patria del pomodoro ciliegino IGP. La zona di Pachino ha una lunghissima tradizione in fatto di coltivazione di pomodori, ma forse non tutti sanno che, almeno fino ad una trentina di anni fa, la varietà di pomodori che qui si coltivava era quella normalissima che si usa per le insalate e non la piccola leccornia che vedete nella foto. Nel 1989, la HaZera Genetics, una azienda israeliana produttrice di sementi, introdusse a Pachino due nuove varietà, Noemi e Rita, di dimensioni molto più piccole rispetto a quelle coltivate fino a quel momento; la novità fu accolta con parecchia diffidenza, ma la bontà del prodotto ne decretò una veloce affermazione fino all’ottenimento del marchio IGP, portando all’aumento della produzione ed all’aumentare delle imprese di produzione e delle relative serre. La serra è l’ambiente sicuro e protetto dove le giovani piantine possono svilupparsi al riparo dalle intemperie e, solo una volta arrivate ad un giusto grado di crescita, possono uscire da questa cosiddetta zona di confort per affrontare le successive fasi di sviluppo. Ecco, gli innovation hub sono assimilabili a delle serre, nelle quali si favorisce la nascita e lo sviluppo delle startup fino a quando le stesse raggiungono un sufficiente grado di maturità. Uno dei paesi che più sta investendo su questi hub, e qui chiudiamo il cerchio con il pomodorino di Pachino, è Israele. Come ha dichiarato in una recente intervista, Karen Geva, Innovation Expert israeliana, in molti hanno le “serre” dove far germogliare e crescere le startup, ma soltanto in Israele questi “frutti” hanno un sapore più dolce che li rende più “appetibili”. In questo momento gli innovation hub israeliani sono molto concentrati sul Fintech e l’Insurtech e se volete saperne di più su “cosa bolle in pentola” potete fare riferimento a questi tre indirizzi:

Startup Nation Central
Note Viola
Startup Camel

Il mondo del Fintech è in fermento e, alcune realtà, stanno rapidamente cambiando pelle entrando nell’ecosistema del Banking as a Service (BaaS), ecosistema nel quale una Fintech, tramite interfacce API, consente a qualunque società di software di offrire prodotti finanziari ai propri clienti (quello che potremmo chiamare TechFin). Tra i soggetti che offrono BaaS, troviamo startup e banche digitali ma anche banche tradizionali come BBVA e Goldman. Una derivazione del BaaS è quella del Payments as a Service (Paas), attraverso il quale una Fintech o un payment facilitator (Stripe, Square), consente ad altre società di diventare a loro volta Payments Facilitator. Per la società che usufruisce di servizi BaaS o PaaS ci sono una serie di vantaggi indiscutibili, a partire dal minor costo/tempi di messa in produzione dei servizi, che, ritengo, decreteranno il proliferare ed il successo di chi li offrirà per primo e con il “menu” più ricco; come dice Angela Strange, partner di Andreessen Horowitz, “ogni azienda diventerà una società fintech attraverso una Amazon Web Services Era for Financial Services“. Preparate popcorn, patatine ed occhiali 3D !

A brevissimo, in Francia, debutterà Vybe, una neobank che ha incentrato la sua offerta sul pubblico più giovane (12-18 anni). La startup, ancor prima del lancio ufficiale, vanta già 900.000 utenti registrati e 170.000 preordini di carte. Vybe, che ha recentemente raccolto 2,2 milioni di Euro di finanziamenti, offrirà i suoi servizi (carta e app, sotto il controllo dei genitori) gratuitamente e punterà a realizzare introiti grazie alle commissioni sui servizi offerti in partnership (i marchi coinvolti sono circa 4.000, alcuni dei quali molto noti oltralpe, come Ugc, Fnac e Deliveroo). Anche in questo caso, lo specchietto per attirare i clienti sarà quello del cashback, che varierà tra il 2% ed il 4% a seconda della spesa effettuata. Il piano di Vybe è notevolmente ambizioso: si conta di arrivare alla redditività per utente in 7/8 mesi, si sta già organizzando un nuovo round di finanziamenti per il 2021 e, entro il 2022, si prevede l’adeguamento dell’offerta ai clienti over18 (nell’offerta dovrebbero entrare i prestiti studenteschi). Avanti un altro !

A prestissimo e … mai paura !

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