
Se è vero che la lotta al contante è diventato ormai un argomento di discussione quotidiano un pò a tutti i livelli, è altresì vero che, come al solito, le informazioni che vengono fornite non sempre vanno nella giusta direzione o, quantomeno, tengono ad evidenziare i benefici del cash ed a sottacere quelli relativi al cashless; è il caso di un articolo apparso oggi su Affari&Finanza di Repubblica, nel quale si fanno i soliti raffronti tra paesi europei. Siamo, e questo è risaputo, il paese dell’Eurozona dove vengono effettuate più transazioni in contanti, ma siamo anche quel paese dove non si è tentato mai di ridurre questo gap. Nell’articolo, dopo aver fatto l’elenco di tutti i benefici per i quali gli italiani prediligono l’uso del contante si passa ad esaminare una serie di luoghi comuni che, per Repubblica, hanno sino ad oggi impedito il decollo della moneta elettronica (scarsa velocità, perchè per transazioni superiori a 25€ si deve comunque inserire un pin, gli elevati costi di intermediazione a carico dei merchant, ecc…), per poi trattare velocemente la proposta del presidente della Consob Savona circa l’emissione, da parte della banca centrale, di una versione digitale dell’Euro bollata come “minaccia mortale per le società nel segmento più redditizio e a forte crescita, e per il sistema bancario”, per concludere con “quindi non si farà”. Non ci siamo … Occorre un cambio di marcia anche da parte di chi, parlando ad un pubblico eterogeneo come quello dei lettori di un quotidiano, dovrebbe dare una mano al sistema paese a venire fuori da questo pantano.
E’ di oggi la notizia che Eni Gas&Luce ha rilevato il 20% delle quote della tech company Tate; Tate è una piattaforma mobile per la gestione delle forniture domestiche, acquista energia dai produttori (tutta l’energia proviene da fonti rinnovabili) e la rivende cercando di semplificare tutti i processi accessori che, spesso, creano disagi ai clienti (bollette e pagamenti). L’interesse di Eni è ovviamente quello di dotarsi di un sistema completamente digitale di acquisizione e gestione della clientela, senza svilupparlo in casa, ma, aspetto non secondario, l’utility ha colto in anticipo rispetto ad altri, la visione di Tate che punta a diventare un hub di servizi in ambito finanziario ed assicurativo con un approccio decisamente innovativo rispetto al panorama esistente. Chapeau !
N26 punta a chiarire, tramite una campagna social, i dubbi dei propri clienti (e non) circa i sistemi finanziari ed i servizi bancari. #BigBankingChat punta a diventare il punto di incontro tra consumatori e community dove trovare contenuti creati ad hoc dai propri esperti finanziari con l’aiuto dei migliori influncer del mercato. Circa 50 sono gli influencer reclutati da N26 e per l’Italia saranno della partita alcuni digital creator (Marcello Ascani, Riccardo Bertrando, Francesco Galati e Simone Cioè). “Gestire le proprie finanze dovrebbe essere molto più semplice e trasparente; il lessico bancario dovrebbe essere più comprensibile e accessibile, lo scopo della Big Banking Chat è proprio questo“, sono le parole di Roberto Forleo, marketing manager di N26 in Italia, a conclusione della presentazione stampa dell’iniziativa. Avanti un altro … spero !
A prestissimo e … mai paura !
